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Per chi vuole esplorare il tessuto urbano dei quartieri materani realizzati tra gli anni '50 e '60. Rivisitando alcuni di quei rioni, il caso di Spine Bianche, non c'è bisogno di chissà quali strumenti particolari per ammettere che qui è stato praticato un metodo, quello di urbanisti che smisero di popolare narcisisticamente le loro proiezioni progettuali per farle abitare concretamente ad una comunità dignitosa, per quanto oppressa da secoli di cupa subalternità. Edilizia pubblica a Matera divenne espressione davvero non priva di significato. Pubblica nel senso di garantire abitazioni e servizi ai ceti sociali più deboli, di assegnare civili abitazioni a tutti quelli che non le avevano mai avute prima. La formula dei Quartieri fu intesa come unità compiuta, quella che poi ha dato coerenza alla città. Non risulterà difficile condividere le preoccupazioni espresse già da tempo sui seri pericoli che corrono questi documenti/monumenti della irripetibile stagione in cui Matera divenne città laboratorio per tutti. Il volume offre anche un itinerario fotografico e una sintesi sui piani regolatori di Matera, realizzati da Michele Morelli.